Una volta marinaio, marinaio per sempre. Paolo Mutti presidente dei Milano Seamen, parla da giocatore più che da Presidente.

“Due partite dure, istruttive, che hanno dimostrato a tutti come i Seamen siano “roba da ELF”, capaci di affrontare senza nessun timore due squadre al loro terzo anno di esperienza”, esordisce Mutti, come un atleta che ha affrontato da protagonista il gridiron in Italia, in Europa e negli USA.

“Proprio l’esperienza del 1991 nella World League a Birmingham, USA, mi fa stare tranquillo anche di fronte a due sconfitte. Abbiamo dimostrato grinta, resilienza, spirito di squadra e non abbiamo mai mollato. In questa Lega la differenza la fa l’esperienza: ci sono cose che non impari finché giochi a un livello fisico, tecnico e di intensità che non ti richiede il massimo impegno.”

Pare di sentirlo parlare nello spogliatoio, impegnato a togliersi il tape dalle caviglie e non in auto a discutere di una partita giocata da altri.

“Negli USA, guardando i video del lunedì, contavamo i turn over: uno a zero e potevi ancora averla vinta, due a zero mai. Noi ne abbiamo concessi tre a zero, sia a Stoccarda, sia a Milano. Questa è stata la differenza. Se proprio dovessi fare il quarterback del lunedì, questa è l’unica vera nota dolente e insieme rassicurante. Sono errori in un sistema che sta funzionando… Quindi, per favore, non mettiamoci a fare i tifosi di calcio, che il lunedì sanno che cosa dire a giocatori e allenatori. Abbiamo uno staff eccezionale, lasciamo che loro sviluppino tranquilli il piano che hanno preparato con attenzione per dodici partite, non per due sole.”

Certo che anche da giocatore esperto, restare concentrato dopo due sconfitte…

“Abbiamo subito solo nella prima metà, migliorando nel secondo tempo a dimostrazione di avere una preparazione tecnica, fisica e mentale più che adeguata a un gioco molto più fisico, tecnico e veloce di quello mai affrontato in Italia. C’è stata forse emozione, tensione nel doversi confrontare con un mondo nuovo. Ma in entrambe le partite siamo usciti in crescita…”

Differenze fondamentali rispetto agli avversari?

“Queste cose lasciamole a chi deve preoccuparsene. A me interessa invece far notare come a parità di impegno, di voglia e di dedizione, aspetti nei quali nessuno dei nostri è secondo a nessuno, si veda la differenza tra chi oggi può già vivere da professionista e chi no. I giocatori che possono vivere il campionato pensando solo al football, al prendersi cura di sé e della squadra, hanno sicuramente un vantaggio competitivo rispetto a chi, a parità di impegno, debba anche preoccuparsi di lavorare, studiare, mantenere magari una famiglia… Il livello di gioco nella ELF è già incredibilmente superiore a quello cui si era abituati in Italia e in Europa: non vedo l’ora di vedere come sarà appena la Lega crescerà al punto di consentire a tutti i giocatori di pensare solo al football”.

Stuttgart Surge vs Milano Seamen – ph credits Svenja Sabatini

E nel frattempo?

“Stiamo al piano stabilito tra dirigenza e allenatori. Abituiamoci di più a rispettare le gerarchie, le procedure e i flussi operativi: sono anche le piccole cose a fare la differenza. Manteniamo alta l’attenzione ai particolari e al clima di rispetto e coesione che ha sempre fatto la differenza tra noi e gli altri. Miriamo a migliorarci singolarmente, guardando al nostro compito da eseguire senza errori, stimolando gli altri a fare lo stesso. Siamo tutti sulla stessa barca: l’Oceano è grande e pericoloso, ma noi siamo marinai, mica turisti in gommone!”

 

Ufficio Stampa Seamen Milano

ph credits Svenja Sabatini